FAQ Insetti Commestibili

8 domande e risposte di un entomologo sul più controverso cibo del futuro

Con il progressivo integrarsi nelle normative europee degli insetti commestibili, si alimenta di anno in anno un dibattito popolare viziato da mille dubbi (legittimi) e preconcetti (inutili). La scienza in questo aiuta: diversi studi condotti in questi anni hanno chiarito molte delle domande su questo argomento. Ladies and Gentlemen, ecco le risposte.

1. Gli insetti fanno schifo?

Partiamo dalla percezione: la prima frase che viene detta quando si parla di insetti, nel 90% dei casi è: “A me gli insetti fanno schifo”. Solitamente tendiamo infatti ad indentificare come gradevoli gli individui più simili a noi, con due braccia, due gambe, due occhi e così via. Meglio se top model formose o manager dotati di un SUV. Quando iniziamo a sostituire le braccia con delle ali, le gambe con parecchie paia di zampe articolate, le orecchie con antenne e così via, tendenzialmente la diffidenza e il disgusto aumentano. Ma siamo proprio sicuri che funzioni così? Gli insetti sono il gruppo di organismi complessi più diversificato sul pianeta e contano, nel milione e passa di specie conosciute, forme diversissime tra loro. Ha senso generalizzare? Indubbiamente una cimice non gode di grande simpatia ma è davvero brutta quanto una farfalla o una coccinella? Vale la pena ricordare che nel simbolismo di diverse culture (compresa la nostra) la farfalla era la custode ultima della bellezza e della purezza, mentre incontrare una coccinella portava fortuna. Vale anche la pena di ricordare quanto la percezione del disgusto sia influenzabile dai preconcetti e dai punti di vista. Il vomito fa schifo? Un insetto fa schifo? E il vomito di un insetto? Sì sto parlando del miele.

2. Gli insetti sono buoni da mangiare?

La bontà del cibo è una delle cose più soggettive che esistano e credo ciascuno abbia sperimentato scontri epici al pranzo della domenica sull’opportunità del formaggio sulla pasta o del vino da abbinare allo spezzatino. Quando questa variabilità va a sommarsi con quella degli insetti il mix è esplosivo. Se pensiamo di percepire la differenza di sapore tra vino rosso e vino bianco (differenza peraltro in gran parte demolita dalla scienza), che provengono alla stessa specie di pianta (Vitis vinifera) con un milione e passa di specie diverse di insetti quanti gusti a disposizione abbiamo? La bontà va discussa caso per caso altrimenti sarebbe come discutere se piace o no il maiale: possiamo davvero confrontare un hot dog con degli spaghetti alla carbonara? Il sapore di un cibo il più delle volte lo danno la preparazione e il condimento. Personalmente ho assaggiato diverse specie di insetti: alcune mi piacciono, altre no, come qualsiasi altro cibo.

3. Gli insetti fanno parte della nostra tradizione alimentare?

Sì, ed è ben comprovato che i nostri italici antenati mangiavano insetti. Racconta Plinio il Vecchio che gli antichi romani si deliziavano con le larve di cosso (si dibatte se si riferisca al lepidottero Cossus o al coleottero Cerambix, ma poco cambia), mentre diverse tradizioni popolari riportano come in Lombardia si mangiassero fino a non troppo tempo fa gli addomi dei maggiolini (Melolontha melolontha), in Carnia gli ingluvi delle Zigene (Zygaenidae), in Sicilia le locuste (Acrididae), in Sardegna il Casu marzu (Piophila casei), in Veneto il gemello Formajo coi bai e tanto altro. Certo, parliamo di usi popolari, niente di livello masterchef, ma sono tutte tradizioni alimentari più antiche della pasta col pomodoro o delle patate lesse, verdure di importazione americana cinquecentesca. Gli insetti popolari sono 100% made in Italy.

4. Gli insetti sono un cibo sano?

Diversi studi hanno analizzato il contributo di diverse specie di insetti nella dieta quotidiana riportando risultati positivi. Gli insetti commestibili sono alimenti generalmente ricchi di proteine (fino al 70%), fibre (circa 30%), nonché di peptidi e polisaccaridi con attività antimicrobiche, antiossidanti, antinfiammatorie, antipertensive, antidiabetiche, antidepressive, antitumorali e immunomodulanti. Il cibo migliore del mondo? Ovviamente no, ogni dieta sana ha bisogno di varietà e gli insetti non forniscono qualsiasi cosa anzi, considerato il loro elevato potere nutritivo, sono poco indicati ad esempio per le diete ipocaloriche. Possono insomma essere considerati, a livello generale, un buon e sano complemento alle diete quotidiane.

5. Gli insetti sono un cibo sicuro?

Partiamo dal presupposto che mangiare insetti non è una novità: migliaia di persone in diverse parti del mondo dall’Asia alle Americhe li mangiano dalla notte dei tempi in buone quantità, senza comprovate estinzioni di massa. Ovviamente, come qualsiasi animale di allevamento, sono soggette alle condizioni dell’allevamento. Se vengono nutriti di spazzatura, facile che la carne ne risulti contaminata, come quella di un suino allevato con cibo avariato o un pollo che razzola in una discarica. Ovviamente anche loro contengono allergeni, come praticamente ogni altro alimento, tendenzialmente gli stessi di gamberetti e crostacei con cui condividono buona parte dell’anatomia. Se siete allergici ai gamberetti insomma, meglio evitare gli insetti, ma considerate anche che per il vostro organismo probabilmente non sono una novità: con le inevitabili contaminazioni alimentari da stoccaggio e parassitosi, frammenti di insetti finiscono già in moltissimi alimenti che mangiamo, tanto che FDA americana stima che mediamente consumiamo circa un etto di insetti ogni anno, inconsapevolmente. Erano buoni?

6. Gli insetti sono un cibo etico?

L’etica è un’altra cosa molto soggettiva e un terreno scivoloso in cui non mi addentrerò molto. Chi non mangia carne per non nuocere agli animali non dovrebbe mangiare insetti, che chiaramente sono animali. In termini scientifici il confine tra “carne” e “verdure” è molto sfumato (mai sentito parlare dell’ Elysia chlorotica?), pertanto ciascuno lo decide in autonomia. Va però considerato che per far germogliare una pianta di pomodoro bisogna eliminare i suoi parassiti, che sono per lo più insetti. Siamo una specie che compete con mille altre per le risorse di questo pianeta, un cibo che non generi morte, purtroppo non esiste. Interessante sarebbe sapere se l’allevamento degli insetti per scopi alimentari provochi dolore e sofferenza. Diverse evidenze scientifiche piuttosto recenti portano a credere che sì, gli insetti provano un qualche tipo di dolore/disagio/sofferenza se maltrattati, benché questo sia difficilmente paragonabile al nostro, per empatia. Da qui ciascuno faccia la propria scelta.

7. Gli insetti sono un cibo sostenibile?

Dipende. Effettivamente il loro rendimento batte le carni convenzionali. Per lo stesso apporto nutritivo richiedono meno suolo consumato, meno acqua e possono essere nutriti con mangimi poveri o di scarto (però con i rischi discussi prima!), nonché emettono meno gas serra con flatulenze certamente più contenute di una manza. La gara che non vincono è quella dei combustibili fossili: sono animali a “sangue freddo” suscettibili agli sbalzi termici. Se le temperature salgono o scendono troppo dal loro optimum, il più delle volte muoiono, in massa e in breve tempo. Per evitarlo è necessario allevarli a temperature e condizioni ambientali constanti, cosa che richiede, al di fuori dei loro areali naturali, parecchia energia. Qualora si riuscisse a farla arrivare da fonti rinnovabili il gioco si farebbe interessante ma, al momento, è un tipo di allevamento che consuma tanto petrolio, che non è molto sostenibile. Questo discorso vale naturalmente per gli insetti da allevamento, catturarli in natura, alimenterebbe pratiche con impatti sulle specie selvatiche e i loro ambienti certamente non sostenibili.

8. Gli insetti sono il cibo del futuro?

Se immaginiamo un futuro dove tutte le farine vegetali verranno sostituite da quelle di tarma e gli hamburger di manzo da quelli di grillo, la risposta è: probabilmente no. Se pensiamo invece a qualche cena occasionale, una barretta energetica o un condimento accessorio, facilmente nei prossimi anni i nostri menu verranno ben arricchiti da questo novel food, ma è impensabile pensare ad una sostituzione completa del menu. Allevare insetti costa generalmente meno di allevare bovini, ma più che coltivare frumento. Sono più facili da gestire dei suini ma meno resistenti di loro a condizioni ambientali avverse, malattie e problematiche legate alla loro biologia. Se è vero che sono stati per secoli parte delle diete di molti popoli (incluso il nostro!) pensare ad una produzione e consumo a livello globale pone delle sfide su cui la discussione è ancora aperta.


Sarebbe quindi bene evitare preconcetti e riflettere e discutere su come questo cibo possa ampliare le nostre strategie di sopravvivenza su questo pianeta, senza troppi pregiudizi. L’attuale regime alimentare della nostra specie, considerati i numeri e gli impatti, chiaramente non è sostenibile e porrà dei problemi geopolitici enormi nei prossimi anni. Le alternative servono. Anche quelle con sei zampe.


Bibliografia di riferimento e approfondimento

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